SOCIETA’ – REGISTRAZIONE DEL MARCHIO
CONFUSIONE TRA MARCHI?
Quando si decide di registrare un marchio con il quale identificare il prodotto che si vuole lanciare sul mercato la prima domanda da porsi è: il mio marchio potrebbe confondersi con un marchio già esistente?
Il rischio di confusione tra marchi, infatti, è uno dei motivi per i quali il marchio registrato successivamente potrebbe essere dichiarato nullo.
Esiste un rischio di confusione se c’è la possibilità che il pubblico possa ritenere che i prodotti o i servizi identificati con i marchi in confronto provengano dalla medesima impresa o, a seconda dei casi, da imprese economicamente collegate.
L’esistenza di un rischio di confusione per il pubblico deve essere valutata globalmente prendendo in considerazione tutti i fattori pertinenti al caso specifico ed in particolare occorre determinare il grado di somiglianza:
- a) visiva;
- b) fonetica;
- c) concettuale
Occorrerà poi valutare l’importanza da attribuire a tutti questi elementi, tenendo conto del pubblico di riferimento, della categoria di prodotti o servizi in questione, e delle condizioni in cui essi sono messi in commercio.
Particolare importanza può assumere il profilo concettuale del marchio. Laddove, infatti, due segni appaiono simili sotto l’aspetto visivo e/o fonetico, una forte differenziazione del profilo concettuale potrebbe scongiurare il rischio di confusione.
Una recentissima pronuncia dell’Ufficio per L’Armonizzazione del Mercato Interno, ha confermato il suddetto principio, affermando che: “quando uno dei segni a confronto è portatore di un preciso significato semantico, non relazionato con i prodotti in esame, tale significato è in grado di neutralizzare eventuali somiglianze fonetiche o visive. Nello specifico ciò avviene quando almeno uno dei marchi di cui trattasi abbia, nella prospettiva del pubblico rilevante, un significato chiaro e determinato, di modo che tale pubblico può immediatamente comprenderlo”
Nel caso di specie entrambi i marchi erano costituiti da parole. Il primo marchio registrato, però, era costituito da una parola con un significato suo proprio, universalmente presente nei dizionari delle lingue parlate dal pubblico di riferimento, mentre il marchio successivo era costituito da una parola di pura fantasia, priva di alcun significato.
Tale circostanza è stata ritenuta da sola sufficiente a scongiurare il rischio di confusione